Amilcare Santini - vita di uno scultore

Foto Amilcare e AlbertoAmilcare Santini è nato il 18 Aprile 1910 a Cecina (Livorno), non lontano dalle città d’arte di Firenze, Siena, Pisa e Volterra. Sin dalla più tenera età mostrò evidenti segni di predisposizione alla modellazione della creta.

Foto Amilcare che cesellaTerminate le scuole elementari, senza alcuna guida e senza frequentare scuole d’arte, iniziò a creare i suoi primi modelli di animali in creta ed in alabastro ispirandosi alla natura della campagna toscana.

I genitori ebbero la certezza che la vita di questo figlio sarebbe stata interamente dedicata all’arte quando, a soli 11 anni di età, modellò una copia in creta in dimensioni ridotte del monumento ai caduti della città di Cecina che aveva visto mettere in opera nella piazza della Stazione. Seguì un periodo di apprendistato di due anni presso una delle famose botteghe dei maestri scultori fiorentini al termine del quale, nel 1924, Tito Bianchi, titolare della più importante fabbrica di statue dell'epoca, che aveva sede a Cecina, impressionato dalla sua bravura, decise di assumerlo come scultore ufficiale della società. In quel periodo maturò una notevole esperienza nell’esecuzione di modelli di statue classiche, greche e romane ed in particolare modo nella creazione di figurine di bambini, angeli e damine destinati alla produzione dell’alabastro e del gesso pitturato a mano.

Foto Vecchia Fabbrica Tito BianchiLa sua collaborazione con Tito Bianchi terminò nel 1939 ed Amilcare iniziò a lavorare in proprio. Dobbiamo a questo periodo la creazione di statuette da presepio che ancora oggi troviamo nelle case italiane ed in tutti i paesi del mondo.

Molte importanti fabbriche lucchesi (Fontanini, Marchi e Viviani) hanno usufruito della sua collaborazione e ancora oggi, dopo 50 anni, stanno utilizzando figurine tratte dai modelli di Amilcare Santini.

Madonna delle LacrimeNell'immediato dopoguerra, nel corso della sua collaborazione con i fabbricanti di statue religiose, modellò una placca raffigurante una Madonna che diventò celebre in tutto il mondo. Si trattava della Madonna delle Lacrime di Siracusa che il 29 Agosto 1953 lacrimò nella casa di due umili operai. Amilcare Santini in quella occasione fu convocato a Siracusa per certificare la veridicità della lacrimazione e poco dopo fu ricevuto in udienza speciale da Papa Pio XII insieme alle autorità civili e religiose di Siracusa.

Sempre nel dopoguerra (1948) avviò un piccolo laboratorio per la fabbricazione di stampi in gomma tratti direttamente dai suoi modelli originali realizzati in piombo e destinati ai fabbricanti di statue sparsi in tutto il mondo. Testa Amilcare

Nel 1958, insieme al figlio Nedo allora ventitreenne, decise di iniziare in proprio la produzione di statue in alabastrite ed oxolyte sotto il nome di I.S.A.C. di Santini Nedo (Industria Statue Artistiche Cecinesi) in un piccolo stabilimento in Via della Madonna 12 a Cecina.

Amilcare Santini passò gran parte della vita nella sua bottega, "mi piace fare anche i lavori più umili," era solito dire "come preparare la creta perché questa è una operazione fondamentale per sensibilizzare adeguatamente le mie mani all’uso di questa materia per il lavoro". Per la creazione dei suoi modelli Amilcare ha sempre usato quasi esclusivamente la creta; per questo si recava lungo le rive del fiume Cecina per raccogliere un liquido fangoso che, messo dentro un contenitore di terracotta (in Toscana denominato "coppo") per circa 4 settimane, sedimentava lentamente. Successivamente plasmava la creta con le proprie mani finché non raggiungeva la consistenza idonea per procedere alla creazione della figura.

Foto a colori di Amilcare che modella"Quando al mattino mi avvio a piedi verso la bottega vedo già alla mia sinistra il cavalletto, accanto c’è un panchetto dove ho messo la creta e tutti gli attrezzi. Di fronte alla porta c’è un lungo tavolo dove ho sistemato alcune teste di terracotta e statue mai finite; poco lontano c'è un piccolo banco dove cesello i modelli destinati alla produzione e, dall’altra parte della stanza tutte le controcopie in gesso e un grande libreria piena di libri d’arte".

Una sola passione riusciva a distrarlo dal lavoro: la caccia. Durante quel periodo dell'anno la sua creatività si riduceva al lumicino, con notevole disappunto dei familiari.
A quelli che andavano a trovarlo nella sua bottega, Amilcare ha sempre detto che il 90% del suo lavoro era frutto esclusivo della sua creatività avvalendosi dell'ausilio delle mani e di pochissimi piccoli attrezzi in legno. "Tutti i miei attrezzi potrebbero stare in una mano; infatti uso solo poche stecche di legno che ho costruito con le mie stesse mani per plasmare la creta e alcuni punteruoli in acciaio che impiego per cesellare i modelli di produzione in modo da ottenere la massima perfezione nei dettagli degli occhi, delle mani, dei capelli e dei particolari dei vestiti".

Amilcare Santini non è mai stato un buon "promotore di se stesso o del suo lavoro"; egli diceva "Io ho sempre lavorato e ho sempre rifiutato di partecipare a mostre di scultura. Non mi sono mai fatto pubblicità di nessun tipo".

Amilcare Santini è morto dopo breve malattia il 15 Gennaio 1975.